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  • Immagine del redattoreMartina

Il significato del Coaching e il ruolo del Coach.


In questi ultimi anni ho osservato quanto la parola coach sia usata e a volte abusata in molti ambiti, nella pubblicità, negli ambienti organizzativi, nel settore artistico e musicale e nella consulenza psicologica e sanitaria. Noto che molto facilmente è un titolo che alcune persone si attribuiscono basandosi solo sul livello di esperienza che possiedono in un campo specifico. Tuttavia il Coach è un professionista che ha delle competenze tecniche ben delineate e che possiede delle risorse personali specifiche. L’intento di questo articolo è quello di far comprendere cosa sia realmente il Coaching e il contributo che può dare nella vita delle persone e quale sia il profilo del Coach riconosciuto.


Col termine coaching si definisce il processo con il quale si aiutano le persone a raggiungere il massimo livello delle proprie capacità di performance. In questo senso le persone sono guidate a identificare e superare gli ostacoli che interferiscono nel raggiungimento dei loro obiettivi, esprimendo il massimo potenziale, sviluppando abilità nuove e utili in contesti specifici e creando relazioni di qualità.

Il coaching promuove cambiamento e si concentra sulla definizione e sul raggiungimento di obiettivi specifici, focalizzandosi sui risultati e sulle soluzioni piuttosto che sui problemi.

Il significato della parola coach deriva dal Middle English coche, che corrisponde all’inglese moderno wagon (carro) o carriage (carrozza, vettura). Un coach è, letteralmente, un veicolo che trasporta una persona o un gruppo di persone da un luogo di partenza a un luogo d’arrivo desiderato. Il coaching è quindi un viaggio che la persona intraprende e non ha nulla a che fare con il ricevere istruzioni o insegnamenti; in questo senso il coach diventa una guida verso la destinazione desiderata.

Storicamente il coaching si focalizzava sul miglioramento di specifiche performance comportamentali. Su questa linea, per esempio un coach per la voce o un coach per gli attori , osserva il comportamento della persona ed è in grado di fornire guida e consigli per ottenere dei miglioramenti in situazioni e contesti specifici. Il coach promuove lo sviluppo delle competenze comportamentali della persona attraverso un’accurata attività di osservazione e feedback.

La nascita del coaching moderno può essere fatta risalire a Timothy Gallwey, il quale è stato il primo a dimostrare un metodo semplice e completo per fare coaching. Gallwey è coach sportivo, maestro di tennis e studioso di scienze della formazione presso Harvard e nel 1974 pubblicò il libro intitolato Il gioco interiore del tennis (The Inner Game of tennis) seguito poi da altri libri dedicati allo sci e al golf.

Ciò che è stato rivoluzionario fu proprio il concetto di gioco interiore, che per Gallwey era alla base del coaching. La parola Inner (interiore) è utilizzata per lo stato interiore del giocatore o il fatto che “l’avversario nella propria testa è più formidabile di quello dall’altra parte della rete”. Il ruolo del coach quindi è quello di aiutare il giocatore a ridurre o eliminare i propri ostacoli interiori al fine di migliorare la performance; ciò avverrà anche grazie al fatto che le persone hanno naturalmente una propensione naturale all’apprendimento e alla pratica sportiva, senza bisogno di particolari input tecnici da parte del coach.

La formula magica per realizzare tutto ciò e che sta alla base del coaching moderno è:

Performance = potenziale – interferenze

P = p – i

L’obiettivo è migliorare la performance aumentando il potenziale e diminuendo le interferenze e ostacoli. L’Inner Game postula che il risultato è ostacolato dall’interferenza del “dialogo interiore”, che diventa la causa del blocco del proprio potenziale interiore.

In questa ottica il coaching significa liberare il potenziale umano delle persone per aumentare le loro performance, significa aiutare le persone ad apprendere, invece che istruirle. Abbiamo tutti un’abilità innata ad apprendere che però viene ostacolata quando riceviamo istruzioni esplicite.

Questi concetti erano stati anticipati da Socrate e sulla stessa scia umanistica negli anni 40 Abraham Maslow , psicologo americano, si concentrò sulla comprensione della natura umana, piuttosto che sulle patologie. Studiò persone mature, complete, di successo e realizzate, e concluse che tutti noi possiamo essere cosi, anzi questo è proprio lo stato naturale dell’essere umano e per raggiungere dobbiamo superare i nostri blocchi interiori che ci impediscono di crescere e maturare.

Maslow insieme a Carl Rogers e altri, furono i padri di quella corrente psicologica umanistica più positiva che continua ancora oggi a farsi strada e che tenta di sostituirsi al modello comportamentista che vede l’essere umano come il risultato dei suoi comportamenti in stile bastone e carota. L’ottimismo psicologico è fondamentale e alla base del coaching come stile di leadership del futuro.

In tempi recenti, il coaching ha abbracciato altri ambiti e il suo significato si è ampliato. Un settore in rapida ascesa è il Life Coaching , questo è finalizzato ad aiutare le persone a raggiungere obiettivi personali, indipendentemente dagli obiettivi professionali. Il life coach fa da guida durante il passaggio da una fase all’altra della propria vita.

Molto attuale è il Parent Coaching che si rivolge a genitori ed educatori. Il compito del parent coach è aiutare i genitori a relazionarsi coi figli, fornendo strumenti concreti utili per comunicare nel modo migliore e di far convergere in modo coerente la varietà di ruoli che sono chiamati a ricoprire.

Il Coaching Manageriale riguarda lo sviluppo personale in un contesto non terapeutico che sia in linea con gli obiettivi aziendali; comprende una consulenza su base “one –to- one” e una trasformazione aziendale attraverso l’allineamento del livello individuale e organizzativo agli obiettivi futuri.

Queste nuove forme di coaching rientrano in quello che si può definire “Coaching con la C maiuscola”.

Il coaching con la c minuscola è focalizzato più su un livello comportamentale e consiste nell’aiutare una persona a realizzare o a migliorare una particolare performance. I metodi del coaching con la c minuscola derivano principalmente da un modello di allenamento sportivo volto a sviluppare le consapevolezza conscia delle proprie risorse e abilità e la propria competenza conscia.

Il Coaching con la C maiuscola consiste nel fornire alle persone un aiuto efficace per raggiungere dei risultati nell’ambito di una gamma di livelli. E’ focalizzato principalmente sul cambiamento generativo, si concentra sul consolidamento dell’identità e dei valori e sulla realizzazione di sogni e obiettivi.

Uno degli strumenti base per fare Coaching è sicuramente l’ascolto attivo.

Ti sei mai sentito ascoltato veramente e pienamente? Che sensazione hai provato?

La parola ascoltare deriva dalla parola latina auscultare che significa sentire con delicatezza e cura. Vuol dire aver cura dell’altro, cercare la verità dell’altro, essere disposti a scoprire che non siamo nel vero, ascoltare qualcuno diverso da noi, aprirsi all’altro come atto di fiducia e ascoltare se stessi. Significa essere presenti e attenti, riconoscere e rispondere, non lasciarsi distrarre, fare attenzione all’intera comunicazione di chi parla, essere aperti al messaggio che l’altro ci sta portando.

Abilità difficile da applicare perché siamo abituati più a parlare che ascoltare veramente. L’educazione ci ha indicato che bisogna ascoltare, per esempio a scuola, ma non viene mai spiegato come farlo. Di solito le persone quando sembrano ascoltare stanno in realtà solo aspettando il proprio turno per parlare e quando hanno la parola seguono la propria linea di pensiero.

La parola attivo indica l’abilità del Coach di rimandare con un feedback quanto detto dal cliente. E’ importante quindi ascoltare col cuore, sentire con le orecchie, guardare negli occhi, capire e dare un riscontro di quanto detto, magari riassumendo le parole dell’interlocutore. Questo garantisce una corretta comprensione e farà sentire il cliente veramente ascoltato. Una particolare attenzione va posta alla voce e alle parole; la voce dell’interlocutore fornisce elementi sul suo stato emotivo e le parole che usa rivelano i suoi pensieri e convinzioni. Anche il linguaggio corporeo e quindi la postura, le espressioni e gesti rivelano ciò che realmente la persona sta comunicando in quel momento. Il Coach deve anche essere consapevole del proprio stile comunicativo comprendendo che anche la propria voce, il corpo e le parole che usa possono influenzare il suo interlocutore.

Porre domande efficaci, invece che consigli o istruzioni, genera la presa di consapevolezza e responsabilità nell’interlocutore e fare domande aperte lo costringe a pensare autonomamente. Queste domande si focalizzano sul come avvengono le cose e sui modi che la persona ha di fronteggiare le situazioni. Le domande efficaci promuovono pensiero proattivo e concentrato, attenzione e osservazione.

Di solito le domande sono poste per ricavare delle informazioni, ma se sei un Coach le informazioni contenute nelle risposte non servono a te e non è necessario che siano complete, è necessario che la persona che riceve il Coaching acceda a quelle informazioni utili per sé e per la sua consapevolezza.


Alcuni esempi di domande aperte efficaci:

Cosa vuoi ottenere? Come vorresti che fossero le cose?

Quale contributo pensi di dare alla buona riuscita di questo progetto?

Cosa ti impedisci di raggiungere quello che vuoi?


Il Coaching fondamentalmente lavora sul cambiamento attraverso strumenti e modelli che permettono l’identificazione di obiettivi concreti, valutano la motivazione, generano possibilità, analizzano lo stato attuale e pianificano un piano d’azione concreto.

John Whitmore è universalmente riconosciuto come il padre del Coaching ed è il professionista ha avuto maggior impatto sullo sviluppo di questa materia.

Per quanto riguarda i modelli, suo è il modello GROW. Il modello più usato al mondo contenente una serie di domande in sequenza che permettono di stabilire obiettivi, esplorare la situazione attuale, valutare opzioni diverse e delineare azioni pratiche per la realizzazione dell’obiettivo.

Il vero Coach quindi deve avere una preparazione e delle competenze specifiche e prima di allenare si deve essere allenato.

Nell’ambito Business la figura del Coach spesso ha esperienza in contesti manageriali e collabora spesso con aziende che più facilmente hanno già una idea di quali siano i fondamenti e l’efficacia del Coaching.

Nel settore Life è molto più frequente invece che le persone non abbiano ben chiaro di che cosa si occupi un Coach e quali siano gli ambiti d’intervento del Coaching. Questo perché negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di altre professioni che si vestono da coach ; in qualche modo si definisce coach la persona che ha molta esperienza in un campo specifico. Ciò non è sufficiente !

Recentemente coaching è diventato un fenomeno di moda e suscita spesso più appeal delle vecchie proposizioni professionali; incentivato anche da un uso spropositato dei mass-media e talent-show dove, quello che una volta si definiva Giudice, Trainer, Esperto, ecc, viene ora definito vocal- coach, dance-coach, style-coach, ecc, ecc..

Da come si evince in questo articolo il Coach lavora con le persone e sulle persone, ha a che fare con la mente, i desideri, lo stato emotivo e le paure delle persone, non può essere una moda o un gioco. Chi desidera diventate Coach deve avere competenze, professionalità e certificazioni riconosciute.

Stiamo vivendo un’epoca di forte cambiamento ed essere guidati da professionisti capaci è fondamentale.


Bibliografia e sitografia

https://www.prometeocoaching.it/business-coaching/inner-game-coaching-e-timothy-gallwey/

Coaching di John Whitmore - ed. Unicomunicazione

Il manuale del Coach di Robert Diltz - ed. Alessio Roberti collana NLP Italy

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